Il
nostro popolo ha ritenuto la vita come un grande dono, per questo ogni culla
era circondata da profondo rispetto e da immensa gioia.
La
culla di Betlemme, oltre che segno di vita, rappresenta una risposta ad una
profonda ed originaria nostalgia che si trova infondo al cuore umano, una brama
intima, un appassionato desiderio che qualcosa di Dio e della Sua magnificenza
possa divenire visibile ai nostri occhi.
Filosofia
e religione, scienza e mistica hanno tentato sempre di afferrare un raggio
della divinità per poter dire: guarda, ecco il nostro Dio.
Tentativo
infruttuoso, il quarto evangelista ha detto: “nessuno ha mai veduto Dio”. Poi
aggiunge: “l’Unigenito Figlio, che è nel seno del Padre, Egli ce l’ha
rivelato”.
Questa non è stata una rivelazione comunicata da Dio in parole, ma vissuta con la sua personale venuta ed esistenza, perché in Lui il Verbo si è fatto carne ed abitò tra noi… ed abbiamo veduto la Sua gloria, gloria come dell’Unigenito del Padre”.
Questa non è stata una rivelazione comunicata da Dio in parole, ma vissuta con la sua personale venuta ed esistenza, perché in Lui il Verbo si è fatto carne ed abitò tra noi… ed abbiamo veduto la Sua gloria, gloria come dell’Unigenito del Padre”.
Egli
è venuto come aveva predetto Isaia e com’è nella rispondenza dell’animo dei
semplici, “ad evangelizzare i poveri, ad annunziare la liberazione ai
prigionieri, a ridare la vista ai ciechi, a rendere sicuri gli oppressi…”
Tutti
questi motivi sono alla base della festa del natale, in virtù di essi il Natale
s’è radicato nell’animo della gente ed è divenuta la festa religiosa più
popolare e nello stesso tempo più ricca di gioia e di tradizioni; addirittura più
popolare e ricca delle stessa Pasqua, che nella nostra terra viene percepita
con spirito ed animo notevolmente diversa.
Nell'iconografia popolare (nelle immaginette) si evidenzia un forte contrasto idealistico:
Gesù
Bambino viene solitamente rappresentato dormiente o in atteggiamento benedicente nella mangiatoia con Maria e Giuseppe, collocati entro una capanna tra il bue e l'asinello;
spesso viene raffigurato neonato, con capelli biondi e ricci, avvolto in fasce, oppure in età di due-tre anni, in
piedi o seduto in braccio o sulle ginocchia di Maria, o ancora durante l'allattamento o tenuto per mano sempre dalla Madonna o da san Giuseppe con la presenza o meno di
altri personaggi, come gli angeli, i re
magi, i pastori ed animali come pecore.
In quasi tutte le case sul letto matrimoniale era appeso un quadro della Sacra Famiglia simile a questi:
In quasi tutte le case sul letto matrimoniale era appeso un quadro della Sacra Famiglia simile a questi:
Molte
sono le varianti a questo proposito, che esprimono tutte gli stessi sentimenti:
l’emozione, lo stupore, la meraviglia, la tenerezza, la gioia e l’allegria per la
nascita di un Bimbo.
In altre immagini, invece c’è un contrasto davvero stridente:
Gesù Bambino viene ritratto con i simboli premonitori della passione; la passione che Egli, successivamente sa di dover affrontare e stringe tra le sue mani i simboli della sofferenza e della morte. Tutto questo ci induce a comprendere che la croce, la corona di spine, i chiodi ed altro sono simboli evocativi di altro.
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