Le espressioni di religiosità

Il suono della campana veniva interpretato come voce di Dio e all'udirla ci si esprimeva con il segno della croce e con detti religiosi. Le espressioni di religiosità popolare "registrate" tra la gente del mio paese, la città di Venosa, sono alla base delle mie riflessioni, delle mie ricerche e dei miei approfondimenti.
Preghiere dei vari momenti della giornata e della vita, devozioni a Cristo, alla Madonna, ai Santi e le stesse formule magico-religiose, se studiate senza ottica di parte, danno alla religiosità della gente semplice un significato carico di umanità, dove è possibile riconoscere lo sforzo del "semplice" nel tentativo dell'incontro con Dio, pur nelle ricorrenti "sbavature" che tale sforzo comprensibilmente comporta.
Cercherò di documentare su questo blog, in modo più completo ed esaustivo possibile, quanto da me sostenuto e trovato nella mia lunga ricerca, pubblicando testi scritti, immagini, foto, file audio e video originali.
Alla luce di quanto da me riscoperto e raccolto in questi anni, sento il dovere di ringraziare quanti mi hanno aiutato e dato l'opportunità di esprimere sia a me stesso e al popolo venosino, dal quale provengo, tutta la necessaria ed insostituibile opera che la “pietas religiosa” ha svolto nel corso dei secoli nella nostra meravigliosa città di Venosa, culla della fede cattolica già dalla prima metà del III sec d.C.

martedì 4 marzo 2014

La scolarizzazione

Negli ultimi decenni anche questa terra, un tempo piuttosto restia a mutamenti, ha subito un trapasso culturale dovuto a fattori diversi, di cui non ultimo quello della scolarizzazione avvenuta anche qui in modo massiccio come in altre parti d’Italia. 
Specie in virtù del processo di scolarizzazione di massa s’è verificato un po’ dovunque il calo dell’uso del dialetto sostituito nelle nuove generazioni dall’uso della lingua nazionale.

Con il disuso del dialetto si è andato perdendo quel ricco patrimonio culturale custodito ed espresso nel linguaggio dialettale come suo modo nazionale di essere.
Nelle devozioni religiose la diffusione di manuali di pietà in lingua nazionale e l’adozione di questa stessa lingua nella liturgia ha portato ad una forma di koinè (lingua comune) nazionale, mandando in disuso devozioni e forme di preghiere che si erano formate lungo il corso del tempo presso i vari gruppi dialettali.
Nella nostra terra ricca d’incanto e di mistero il sentimento religioso trovò sempre un humus propizio, dove fiorirono non poche forme di religiosità e devozione popolare.
Ispirate a motivi di autentico spirito religioso si formarono, per circostanze diverse, forme di preghiere che col tempo furono codificate in precise espressioni dialettali e gelosamente custodite.

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