Le espressioni di religiosità

Il suono della campana veniva interpretato come voce di Dio e all'udirla ci si esprimeva con il segno della croce e con detti religiosi. Le espressioni di religiosità popolare "registrate" tra la gente del mio paese, la città di Venosa, sono alla base delle mie riflessioni, delle mie ricerche e dei miei approfondimenti.
Preghiere dei vari momenti della giornata e della vita, devozioni a Cristo, alla Madonna, ai Santi e le stesse formule magico-religiose, se studiate senza ottica di parte, danno alla religiosità della gente semplice un significato carico di umanità, dove è possibile riconoscere lo sforzo del "semplice" nel tentativo dell'incontro con Dio, pur nelle ricorrenti "sbavature" che tale sforzo comprensibilmente comporta.
Cercherò di documentare su questo blog, in modo più completo ed esaustivo possibile, quanto da me sostenuto e trovato nella mia lunga ricerca, pubblicando testi scritti, immagini, foto, file audio e video originali.
Alla luce di quanto da me riscoperto e raccolto in questi anni, sento il dovere di ringraziare quanti mi hanno aiutato e dato l'opportunità di esprimere sia a me stesso e al popolo venosino, dal quale provengo, tutta la necessaria ed insostituibile opera che la “pietas religiosa” ha svolto nel corso dei secoli nella nostra meravigliosa città di Venosa, culla della fede cattolica già dalla prima metà del III sec d.C.

lunedì 3 marzo 2014

Le tre età dell'umanità

Oggi la Basilicata non conosce più l'isolamento e la povertà dei secoli passati, purtroppo da dopo la caduta dell'Impero, la nostra terra non visse mai in condizioni molto prospere, ma al contrario sprofondò in una certa arretratezza economica. 
Con le invasioni barbariche e saracene la decadenza si aggravò: le coste impaludate furono abbandonate, molti  terreni  rimasero incolti, gli abitanti si raccolsero sulle alture, la regione fu divisa tra Longobardi e Bizantini. Poi vennero i Normanni che governarono per lungo tempo con sistema feudale. 
Si susseguì un lungo regime spagnolo e poi borbonico, le condizioni di vita della Basilicata non migliorarono né peggiorarono. Il baronaggio ed il brigantaggio fecero il resto. 
La popolazione, sostanzialmente dall'epoca medievale agli anni '50-'60, rimase sempre culturalmente in uno stato di isolamento, di povertà  e di arretratezza profonda.
Quindi da sempre la religione era la guida morale del popolo lucano.
L'analfabetismo era diffusissimo, gli unici che sapevano di lettere era il clero ed i facoltosi notabili del paese.
Naturalmente non esistevano scuole, circoli ricreativi o culturali o locali di ritrovo se non bettole o cantine, unico momento di aggregazione familiare  era di sera  intorno al focolare domestico, dove era usanza, che il capofamiglia, tra un bicchiere di vino ed una tirata di sigaretta, raccontasse a parole sue o leggesse un brano tratto dalla Bibbia, unico libro conosciuto.
Si raccontavano storie della Genesi, della Creazione e di tutti i più grandi personaggi contemplati sia nel Vecchio Testamento che nel Nuovo testamento;
di Sansone, Giona, Abramo, Giacobbe, Davide e Golia;  di Adamo ed Eva delle meraviglie del Giardino dell'Eden;
si favoleggiava su com'era agevole la vita nel giardino dell'Eden prima della cacciata di Adamo ed Eva, non di aveva la necessità di lavorare, si aveva tutto disponibile, gli animali parlavano e camminavano su due zampe proprio come gli uomini, addirittura il serpente non strisciava ma camminava anch'egli in posizione eretta.

Si riportavano gli episodi di Mosè e dei prodigi che lo videro protagonista; le piaghe e la fuga dall'Egitto, lo scontro con il faraone.
Si enunciavano storie mitologiche e fantastiche, frutto, a volte, della credulità e dell'ignoranza, che tanto impressionavano ed incutevano timore non solo in noi  bambini, ma anche nelle menti semplici degli adulti.
Si raccontavano con stupore dei miracoli di Gesù e di molti altri episodi attinti dal racconti evangelici "canonici", dalla tradizione orale e dai molti “vangeli apocrifi”;
In questo modo, molte credenze sono arrivate a noi da tempi remotissimi, tramite proprio la tradizione orale dei nostri padri.
Una di queste convinzioni popolari era l'interpretazione delle Sacre Scritture e dell’Apocalisse di S.Giovanni.
C'era il convincimento da parte di alcune autorità ecclesiastiche, già da tempi medievali (*),  che esistesse un ordinamento della storia dell'umanità in tre fa­si, derivante dal mistero religioso della Trinità, di cui a Venosa esiste uno storico ed importante santuario ad essa dedicato,
facendo corrispondere alle tre persone
divine altrettante epoche, chiamate: "status".
Il primo "status" corrisponde al Padre, quindi alla Legge e all’Antico Testamento;
il secondo "status" al Figlio, quindi alla grazia e al Nuovo Testamento;
Il terzo "status", secondo molti, prossimo a venire, corrispondeva allo Spirito Santo, quindi la pienezza della conoscenza dei Sacri Testi.
Il Padre Eterno è visto, creduto ed immaginato come un vecchio, con barba lunga e bianca ed iroso;

lungo tutto l’Antico Testamento vediamo che il giudizio e l’ira di Dio si riversano sui peccatori impenitenti, che scaglia punizioni sotto forma di saette, (simile al dio pagano romano Giove o a quello greco Zeus).


L’ira di Dio “si rivela dal cielo contro ogni empietà e ingiustizia degli uomini, è visto sempre quindi, come un Dio severo, fustigatore e castigatore;

caccia Adamo ed Eva dal Paradiso terrestre per il suo peccato di disubbidienza; fa venire il Diluvio; distrugge le città di Sodoma e Gomorra; ordina la distruzione di intere nazioni.
Il Figlio (Gesù) é visto prima nella sua natura umana; infatti è un Cristo a misura di uomo; è alla portata di mano; è un Dio molto più vicino all'uomo;
nasce Uomo e diventa Gesù Bambino, poi nella sua natura divina, fa miracoli, guarisce ed aiuta chiunque e comanda di amare persino i nostri nemici.
Cristo è visto come un Dio giudice, giusto, severo e misericordioso.
Si può dire che la gente riconosce il Cristo, a seconda delle sue esigenze, sotto vari aspetti: Cristo bambino; Cristo evangelico; Cristo risorto e Cristo giusto giudice.

Lo Spirito Santo infine, porta a compimento le promesse dell'Antico Testamento, sarebbe stata quindi un’era di perfezione,


fino alla fine del mondo stando a quanto profetizza San Giovanni nell'Apocalisse.

(*)Le tre età della storia secondo Gioacchino da Fiore

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