Nel centro di Venosa molte sono le testimonianze di fede e di religiosità del popolo venosino.
La collocazione delle colonne nei pressi degli
edifici più importanti all'epoca di Venosa
e in relazione visuale con l'imboccatura della strada ove sono collocate,
dimostrano che furono innalzate con un intento celebrativo.
Queste colonne sono un "unicum" nel
panorama architettonico dell'antichità venosina.
Alcune di queste sono ancora visibili e
visitabili.
Sono delle colonne di fattura romana, sormontate da croci di ferro, provenienti dall'antico anfiteatro romano; e come dicevo prima, sono posizionate nei pressi dei "più grandi" ed "importanti" edifici del centro storico Venosino, quasi a custodia di un mondo ormai scomparso, come la Cattedrale, La chiesa sede del Patrono di Venosa: San Rocco, l'antico convento di San Francesco...
Sono delle colonne di fattura romana, sormontate da croci di ferro, provenienti dall'antico anfiteatro romano; e come dicevo prima, sono posizionate nei pressi dei "più grandi" ed "importanti" edifici del centro storico Venosino, quasi a custodia di un mondo ormai scomparso, come la Cattedrale, La chiesa sede del Patrono di Venosa: San Rocco, l'antico convento di San Francesco...
Queste colonne, oltre a rappresentare l'inizio
di una strada di comunicazione importante, commemorano periodi di forte
spiritualità vissuti "in illo tempore" a Venosa ed erano dei segni
tangibili e visibili da tutti, per commemorare, ricordare o semplicemente
ringraziare la divinità per i pericoli scampati, come catastrofi, tragedie,
guerre, pesti o terremoti.
Oggi si è persa la memoria storica di questi monumenti. Non c'è alcun documento scritto che ne dimostri la vera origine e la storia. Dobbiamo rifarci alle date scolpite in numeri romani sotto due di queste colonne, che portano le date del MDXX (1620) e MDCXXIII (1623).
Allora oggi come possiamo considerare o definire queste
colonne così singolari: come colonne celebrative? Come cippi o pietre miliari, come punto di partenza di
strade di grande comunicazione (vedi l'antica Via Appia)? Come dei segni di limitazione e confine di
territorio o addirittura di "ex voto"?
Tutt'oggi una colonna di epoca romana con una croce di ferro, dell'altezza di circa 5 m, campeggia davanti la chiesa di San Rocco, in Piazza Don Bosco, appena fuori dall'abitato;
ancora adesso un'altra colonna romana simile, dell'altezza di circa 5 m. con all'apice una croce di ferro si trova sotto il campanile della Cattedrale di Sant'Andrea in Piazza Municipio.
La data scolpita in numeri romani riporta la data del MDCXXIII (1623).
Un'altra colonna uguale ancora è situata allo spigolo dell'allora Convento di San Francesco, ora sede dell Ex ASL n1 in Via Roma, dell'altezza di circa 5 metri;
un'ultima
colonna romana, posata su un parallelepipedo in pietra, recante
un'epigrafe in latino recante la motivazione e sormontata sempre da croce, è collocata di
fronte alla facciata della stessa Cattedrale di Venosa, angolo tra
Largo Vescovado e Via De Luca, dell'altezza di circa 6 metri.
La data scolpita in numeri romani riporta la data del MDCXX (1620).
La data scolpita in numeri romani riporta la data del MDCXX (1620).
In Via Tangorra, al di sopra del marciapiede che divide le due strade si trova un'ultimo monumento, costituito da una colonna ottagonale in arenaria sormontata a sua volta, da croce trifogliata in pietra.
Questa colonna è stata ideata per commemorare la grande missione popolare dei Padri Passionisti nell'anno 1913.
Inizialmente questa colonna era posizionata all'imbocco di Via Melfi.
Spostata successivamente per ragioni urbanistiche negli anni '50 e posizionata poco lontano, sul marciapiede di Via Tangorra;
poi ancora, ha subito, nel corso degli anni, vari rifacimenti, a causa anche di atti vandalici, fino a trovare l'odierna sistemazione.
Anticamente la colonnina con la croce era montata su una base circolare ed a scalare in tre ordini, fatta di pietre, oggi la colonna è posizionata "definitivamente" su una base ottagonale in marmo, recante la scritta commemorativa con la data.
Questa colonna è stata ideata per commemorare la grande missione popolare dei Padri Passionisti nell'anno 1913.
Inizialmente questa colonna era posizionata all'imbocco di Via Melfi.
Spostata successivamente per ragioni urbanistiche negli anni '50 e posizionata poco lontano, sul marciapiede di Via Tangorra;
poi ancora, ha subito, nel corso degli anni, vari rifacimenti, a causa anche di atti vandalici, fino a trovare l'odierna sistemazione.
Anticamente la colonnina con la croce era montata su una base circolare ed a scalare in tre ordini, fatta di pietre, oggi la colonna è posizionata "definitivamente" su una base ottagonale in marmo, recante la scritta commemorativa con la data.
Concludendo, un'ennesima testimonianza della devozione a Cristo si trova sempre nel cento storico della cittadina oraziana: è un'edicola votiva con affresco raffigurante Cristo Crocifisso.
Questo meraviglioso affresco del Cristo Crocifisso è incastonato in una nicchia in un muro di una casa molto antica, la casa fa parte di uno dei quartieri medievali e più antichi di Venosa, cioè il "Gravattone".
E' posizionata di fronte a quello che una volta era il convento di San Benedetto in Corso Vittorio Emanuele II.
L'affresco è databile intorno al XV - XVI secolo e riproduce Gesù Crocifisso.
La figura del Cristo è appesa alla croce e sembra cadere dalla stessa.
L'affresco è molto semplice, non sono riprodotti i particolari tipici della passione.
La croce è ben delineata e liscia. Cristo è inchiodato ed dal polso sinistro penzola una cordicella. Un perizoma avvolge tutto il bacino. Le gambe sono piegate verso sinistra. Sul capo, riverso a destra, c'è una corona di spine ben visibile e delineata. Lo sfondo è sfumato e varia dal blu scuro al giallo. Sull'intestazione della croce è ben visibile la scritta INRI.
L'affresco però presenta due particolari curiosi: in alto a destra e a sinistra sono raffigurati due dischi, che sono il sole e la luna; ambedue sono raffigurati con gli occhi, il naso e la bocca.
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